TransitTriest | 2006

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TranistTreist Installationsansicht

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Installationsansichten Molo Audace Triest 2006

TransitTriest
Vertriebene Menschen hinterlassen selten Spuren an Orten, die ihnen Transit und temporäre Zuflucht bieten. In den Erinnerungen von Flüchtlingen sind dies aber jene Orte, die ein neues Leben in der Emigration ermöglichten. Triest bot zwischen März 1938 und Mai 1940 vielen jüdischen Österreichern Zwischenaufenthalt auf der Flucht vor den Nationalsozialisten. Das temporäre Erinnerungsprojekt TransitTriest holt Menschen, die auf ihrer Flucht Station in Triest machten, als Erinnerungsbilder an diesen Ort zurück.

An dieser Stelle der Stadt verbrachten viele österreichische Familien das Warten auf die Weiterfahrt nach New York, Buenos Aires oder Haifa. Sie wurden nach der Machtübernahme der Nationalsozialisten in Österreich im März 1938 aus ihrer Heimat vertrieben und hofften hier auf die Ausreise. Sie empfanden Italien auf ihrer Flucht trotz Einführung der Rassengesetze im September 1938 und der Gefahr der Abschiebung in Nachbarländer, dennoch als einigermaßen sicheres Transitland.

Nach dem Eintritt Italiens in den Krieg im Juni 1940 änderte sich aber auch hier die Situation dramatisch. Jene ausländischen Juden die sich noch in Italien befanden, wurden in Internierungslager gebracht. Nach der Besetzung Italiens durch Nazideutschland und der Errichtung der 1943 in Norditalien errichteten faschistischen und mit Hitler verbündeten „Repubblica Sociale Italiana“, begann die Deportation von 6.800 Juden aus Italien.

Jene die bis dahin nicht aus Triest fliehen konnten, wurden in das einzige Vernichtungslager Italiens, der Risiera di San Sabba in einem Außenbezirk Triests, verschleppt, und von dort nach Auschwitz und später nach Ravensbrück und Bergen-Belsen deportiert.

Unter der italienischen Bevölkerung gab es aber auch Menschen, die Flüchtlinge vor der Verfolgung gerettet haben. Jüdische Emigranten, die auf ihre Flucht hier Station machten, haben sie in guter Erinnerung behalten.


TransitTriest
I profughi lasciano raramente tracce nei luoghi dove sono passati e che gli hanno offerto temporaneo rifugio. Ma nella memoria dei profughi quei luoghi sono il momento iniziale della loro nuova vita da emigrati. Tra il marzo del 1938 e il maggio del 1940 Trieste offrí a molti ebrei austriaci temporanea ospitalità nella fuga dal nazismo. Il temporaneo „progetto della memoria“ TransitTriest ripropone sotto forma di foto-ricordo le immagini delle persone che avevano trovato in Trieste una tappa intermedia della loro fuga.

In questo punto della città molte famiglie austriache avevano atteso prima di proseguire il loro viaggio verso New York, Buenos Aires o Haifa. Espulsi dalla loro patria dopo la presa del potere da parte dei nazisti nel marzo del 38, considerarono durante la loro fuga l'Italia come un luogo di passaggio relativamente sicuro, nonostante l'introduzione delle leggi razziali nel settembre del 1938 ed il rischio di deportazione.


Dopo l'entrata in guerra dell'Italia nel 1940 la situazione cambiò drammaticamente. Gli stranieri di origine ebraica che ancora si trovavano in Italia vennero messi nei campi di concentramento. Dopo l'invasione dei tedeschi e la creazione nel 1943 da parte dei fascisti della "Repubblica Sociale Italiana" legata a Hitler, cominciò la deportazione di 6800 ebrei.



Gli ebrei che non erano ancora riusciti a fuggire da Trieste vennero condotti nell'unico campo di sterminio italiano, la Risiera di San Sabba, e da là deportati ad Auschwitz e successivamente a Ravensbrück e Bergen-Belsen.


Tra la popolazione italiana ci furono anche persone che salvarono i profughi dalla persecuzione e gli emigranti ebrei, che durante la loro fuga si erano temporaneamente fermati qui, ne mantennero un vivido ricordo.


 

Idee und Konzept
memoryPROJECTS – Eva Brunner-Szabo / Gert Tschögl – Wien

gefördert von: bka Kunst / Kulturabteilung des Landes Burgenland und Iniziative Edili BiZeta (Italien)

Ein Projekt im Rahmen von „Triest-Wien: eine Annäherung. Ich hab das Meer gesehen!"
von forart/Irene Strobl in Kooperation mit Cizerouno und Comunicarte

Dank an
Walter Arlen, Herta Balonga, Fedor Heinrich, Kurt Heinrich, Rudolf Heinrich, Gertrude Hoffer, Alice Howson, Alice Latzer, Martha Mond

Ideazione e concetto
memoryPROJECTS – Eva Brunner-Szabo / Gert Tschögl – Vienna

sponsorizzato da: bka Kunst / Dipartimento della Cultura del Burgenland (Austria) e da Iniziative Edili BiZeta (Italia)

Un progetto nell'ambito della mostra "Trieste-Vienna: un' affinità. Io ho visto il mare!"
a cura di forart/Irene Strobl in collaborazione con Cizerouno e Comunicarte

Grazie
Walter Arlen, Herta Balonga, Fedor Heinrich, Kurt Heinrich, Rudolf Heinrich, Gertrude Hoffer, Alice Howson, Alice Latzer, Martha Mond

     
Familie Heinrich
Walter Arlen
Alicia Latzer

Herr Kruse von der Gestapo ist beim Hof reingekommen, in die Wohnung gegangen, begleitet von der Gendarmerie des Ortes, und hat erklärt: Alles was wir besitzen, gehöre dem Deutschen Reich. Und dann haben sie einen Akt ausgestellt und mein Vater musste zum Gendarmeriepostenkommando mitkommen um zu unterschreiben. Das Geschäft haben sie versiegelt. Das war einige Tage nach dem „Anschluss“. Die ersten Tage haben sie eine Wache vor die Tür gestellt, Leute vom Ort, damit keiner zu uns einkaufen geht.

Il sig. Kraus della Gestapo è arrivato dal cortile, è entrato nell'appartamento accompagnato dalla gendarmeria del posto ed ha dichiarato: Tutto ciò che possediamo appartiene all'Impero Germanico. E poi hanno tirato fuori un documento e mio padre ha dovuto andare con loro al comando centrale della gendarmeria per firmare. Hanno messo i sigilli al negozio. Ciò alcuni giorni dopo la "comunicazione". I primi giorni avevano piazzato una guardia davanti alla porta, una persona del posto, per evitare che qualcuno facesse la speda a noi.


Wir haben uns nicht streng an die Vorschriften gehalten. Wenn die Mutter uns einen Schinken zum Nachtmahl gekauft hat, hat sie ihn mit dem Papier auf einen Teller gegeben, damit der Schinken nicht den Teller berührt. Wir haben zwei verschiedene Geschirre gehabt, für milchig und für fleischig, es war aber nicht so streng. Niemand war orthodox, aber die Feiertage wurden eingehalten.

Non ci eravamo attenuti totalmente alle regole imposteci. Quando la mamma comperava del prosciutto per cena, ce lo serviva su un foglio di carta oleata in modo che il prosciutto non toccasse il piatto. Avevamo due diversi servizi di piatti e di posate, per gli alimenti a base di latte e per quelli a base di carne, ma non era proprio sempre così. Nessuno era veramente osservante anche se i giorni di festa venivano rispettati.

Als die Nazis kamen, war das ein schrecklicher Schock für mich, denn ich wusste bis dahin nicht, dass ich anders war. Die Kinder aber haben trotzdem mit mir gespielt. In der Volksschule war ich die einzige Jüdin. In der dritten Klasse war ich einen Kopf größer als die anderen Kinder, blond und gesund, rote Backen. Als wir nach der Machtübernahme der Nationalsozialisten einen neuen Lehrer bekamen, einen Deutschen, der die Kinder noch nicht kannte, stellte er mich vor der Klasse als Beispiel für die „arische Rasse“ hin. Natürlich hat man ihn dann aufgeklärt. Er hat eine Wut gehabt, und in der Pause haben alle Kinder – ich in der Mitte – das „Horst-Wessel-Lied“ singen müssen und „Wenn das Judenblut vom Messer spritzt, geht es uns noch mal so gut“. Da hat der Direktor von der Schule, ein guter Freund meines Vaters, gesagt, er soll mich aus der Schule nehmen.
So habe ich fast zwei Schuljahre verloren. Sobald sie mich in Güssing aus der Schule genommen hatten, war das für mich der Moment, wo ich wirklich gemerkt hab, es geht was vor sich. Ich war danach isoliert, und wir haben uns nicht getraut auszugehen, meine Eltern nicht und ich auch nicht.

Quando arrivarono i nazisti per me fu uno schock, perchè io fin a qual momento non sapevo di essere un diverso.I bambini giocavano senza problemi con me. A scuola io ero l'unico ebreo. In terza io ero una spanna più alto degli altri, biondo e sano, con le guance rosse. Dopo la presa del potere da parte dei nazionalsocialisti era arrivato un nuovo insegnante, un tedesco che non conosceva ancora i bambini; venni da lui presentato davanti alla classe come esempio della razza ariana. Naturalmente glielo spiegarono dopo. Si arrabbiò terribilmente e durante la ricreazione tutti i bambini, con io nel mezzo, dovettero cantare la canzone di "Horst-Wessel" e poi "a noi va benissimo quando il sangue ebreo sprizza dal coltello". A quel punto il direttore, un buon amico di mio padre, gli disse che era meglio togliermi dalla scuola. Così avevo perso quasi due anni di scuola. Dopo la sospensione dalla scuola di Güssing, avevo chiaramente capito di che cosa si trattava. In seguito mi ero trovato sempre più isolato e noi in famiglia non ci eravamo più fidati ad uscire, ne i miei genitori e neanche io.

Familie Heinrich
Kurt Heinrich
Alice Howson

Die Schwester meiner Mutter, die unverheiratet war, ist uns nach Triest verabschieden gekommen. Meine Eltern haben zu ihr gesagt: „Pack dich zusammen und komm mit uns.“ Sie hat gesagt: „Warum, ich bin allein, was kann mir schon passieren“ und sie ist in Jugoslawien geblieben. Sie und ihr Bruder haben den Holocaust nicht überlebt, sie sind beide umgebracht worden.

La sorella di mia mamma, che non era sposata, era venuta per portarci a Trieste. I miei genitori le avevano detto: "Fai anche tu le valige e vieni con noi". Lei aveva detto: " Perchè? Io sono sola, cosa mi può succedere?" ed era rimasta in Yugoslavia". Lei e suo fratello non erano sopravvissuti all'Olocausto, erano stati entrambi uccisi.

Wir sind also nach Italien gefahren, ohne genau zu wissen, wie es weiter gehen soll. Es war fast unmöglich ein Visum zu bekommen. Mein Vater hatte eine Zeitlang auch die Hoffnung, dass er vielleicht von seiner Schifffahrtsgesellschaft einen Posten in Südamerika bekommt, was aber nicht möglich war. Es gelang uns dann aber doch, Besuchervisa für Argentinien bekommen. Am Anfang war schon die Ausreise nach Italien zu kommen eine große Erleichterung. Manche Leute werfen die italienischen Faschisten mit den Nazis in einem Topf, aber wenn man von nazistischen Österreich gekommen ist, war Italien wie ein Paradies – niemand hat sich um Politik gekümmert, keiner wusste, wo oder wer die Juden sind. Das war noch vor dem Krieg; nachher ist es anders geworden, dessen bin ich mir vollkommen bewusst.

Avevamo quindi viaggiato verso l'Italia senza sapere veramente che cosa sarebbe successo. Mio padre ebbe per un certo periodo di tempo la speranza di poter ottenere un posto in una nave per il Sudamerica, vista la sua posizione nella compagnia di navigazione, ma ciò sembrava possibile. In seguito eravamo tuttavia riusciti ad ottenere un visto turistico per l' Argentina. Il viaggio in l'Italia era stato all'inizio un grande sollievo. Alcune persono avevano paragonato i nazisti ai fascisti italiani, ma per chi veniva dall' Austria, l'Italia era come il Paradiso, nessuno si occupava di politica, nessuno sapeva chi era ebreo o dove egli era. Ciò succedeva ancora prima della guerra, dopo le cose andarono in modo diverso, di ciò ne fui perfettamente cosciente.


Am 6. Juli habe ich dann ein Zertifikat für Palästina bekommen und bin mit dem Zug allein nach Triest gefahren. Auf der Fahrt, die natürlich sehr aufregend war, weil man nicht wissen konnte, was an der Grenze geschehen wird, war ich in einem Coupé mit einer sehr netten deutschen Familie, die natürlich, nachdem auf meinem Koffer groß „Palästina“ gestanden ist, gewusst haben, wer ich bin. Die haben mir unglaublich geholfen. Nach dem, wie man uns in Österreich behandelt hat, war ich ganz erstaunt, dass es solche Leute noch gibt.

Il 6 Luglio avevo ottenuto un visto per la Palestina ed ero andato in treno a Trieste. Durante il viaggio, che naturalmente era stato molto teso, perchè nessuno poteva sapere che cosa sarebbe successo al confine, io mi trovavo a bordo di una Coupè con una gentile famiglia tedesa, che era al corrente di chi io ero, dopo aver visto la scritta "Palestina" sulla mia valigia. Mi avevano incredibilmente aiutato. Io ero molto sorpreso che potessero esistere delle persone così, soprattutto dopo aver sperimentato il modo in cui ero stato trattato in Austria.

Kurt Heinrich
Martha Mond
Aliche Howson

Der Onkel hat uns dann eine Passage verschafft, keine Ahnung, wie er das geregelt hat mit dem Bezahlen. Das Visum hat uns ein anderer Angestellter der Schifffahrtsgesellschaft verschafft, ein Herr Visula, der hat irgendwie Verbindungen zur Gestapo gehabt. Dann hat uns die Polizei bis an die italienische Grenze begleitet, und wir sind dann weiter nach Triest. Dort haben wir auf das Schiff warten müssen, drei oder vier Wochen. Der Visula ist bis Triest mit uns gekommen, der hat alles organisiert. Wie wir über der österreichischen Grenze waren, kann ich mich genau erinnern, dass er gesagt hat: „So, jetzt samma drüber.“ Ich kann mich noch erinnern, als wenn es gestern gewesen wäre. Es war eine große Gruppe von Auswanderern, auch Burgenländer waren dabei. Mit der Überfahrt war es so: Plötzlich nach all dem, was wir mitgemacht haben, kommen wir in ein Schiff erste Klasse, ein Luxus, ein Traum, drei Wochen. Die Überfahrt, das war ein Traum, und nach drei Wochen kommen wir vom Schiff herunter ins Nichts. Ich weiß nicht, ob man sich das vorstellen kann. Nach der Frage, wie komme ich raus, war jetzt die einzige Sorge, was esse ich morgen. Wo arbeite ich? Bekomme ich Arbeit? Ein jüdischer Hilfsverein hat uns in einer Pension untergebracht. Da haben zwei Familien in einem Zimmer geschlafen. Vom Luxusschiff runter in einen Raum.

Il nostro zio ci aveva trovato un posto sulla nave, non avevo idea di come la cosa era stata gestita dal punto di vista economico. Il visto ce lo aveva invece procurato un'altro impegato della compagnia di navigazione, un certo signor Visula che aveva una qualche sorta di contatto con la Gestapo. Dopodichè la polizia ci aveva scortato fino al confine con l' Italia e poi avevamo continuato verso Trieste. La avevamo dovuto aspettare la nave, tre o quattro settimane. Il sig. Visula, che aveva organizzato il tutto, era venuto con noi fino a Trieste. Mi ricordo molto bene che disse, dopo aver passato il confine austriaco: "quindi, adesso siamo dall' altra parte". me lo ricordo ancora come se fosse ieri. Eravamo un grosso gruppo di emigranti, anche persone del Burgenland. Per quanto riguarda la traversata la cosa andò così: dopo tutto quello che avevamo passato, ci eravamo imbarcati in una nave di prima classe, un lusso, un sogno, 3 settimane. La traversata, quello era proprio un sogno, e dopo tre settimane eravamo sbarcati nel nulla. No so se ci si poteva immaginare una cosa simile. Dopo la domanda - come faccio a venirne fuori? -l'unica preoccupazione era diventata - cosa mangio domani? - dove lavoro? troverò un lavoro? Una associazione ebrea ci aveva trovato un posto in una pensione. Due famiglie dormivano in una sola stanza. Da una nave di lusso ad una stanza.

Es hat eine Menge Österreicher auf dem Schiff gegeben, hauptsächlich Wiener, ein Anwalt, Geschäftsleute, alles junge Leute, meistens junge Ehepaare. Die Fahrt ging über Bahia, Rio, Montevideo nach Buenos Aires. Es war ganz interessant, was auf dem Schiff passiert ist. Wir haben uns alle keine Sorgen gemacht, wir waren ja nicht die einzigen Emigranten. Wir waren nur froh, aus dieser Hölle weg zu sein. Auf dem Schiff wurde getanzt, da hat es Feste gegeben und wir haben uns alle unterhalten. Diese jungen Ehepaare – ich war damals noch ein halbes Kind, achtzehn Jahre und nicht so selbstständig –, aber diese jungen Ehepaare haben getanzt und hatten Abendkleider mitgebracht aus Wien, es waren alle gut situierte Ehepaare. Die haben sich nicht viele Sorgen gemacht und ich auch nicht. Ich hatte keine Ahnung, was mich in Argentinien erwartet, meine Eltern auch nicht.

Sulla nave c'erano molte di persone, soprattutto viennesi, un avvocato, commercianti, tutta gente giovane, la maggior parte giovani coppie. Il viaggio fece tappa a Bahia, Rio, Montevideo ed infine approdammo a Buenos Aires. Era interessante osservare ciò che successe sulla nave. Noi non eravamo preoccupati, non eravamo gli unici immigranti. Eravamo solo felici di essere lontani dalle follie che avevamo vissuto. Sulla nave si ballava, si tenevano feste ed era piacevole intrattenersi con gli altri passeggeri.Queste giovani coppie - io al tempo non ero ancora proprio un adulto, avevo 18 anni ed non ero molto indipendente - ma queste giovani coppie danzavano e si erano portate da Vienna abiti da sera, erano tutte persone apparteneti al ceto abbiente. Non erano molto preoccupate, ed io neanche. Non potevo immaginarmi cosa avrei trovato in Argentina, ed i miei genitori neanche.

Von Triest sind wir per Schiff nach Haifa. Die Reise wurde von der Gestapo bezahlt, nachdem sie vorher unser gesamtes Vermögen beschlagnahmt hatten. Wir hatten jeder ein Pfund in der Tasche, was natürlich nicht sehr viel war.
In Haifa wohnte mein Vater einige Monate in einem Einwanderer-Home, wo er die Küche mit ich weiß nicht wie vielen Familien geteilt hat. Ich ging in die landwirtschaftliche Schule nach Nahalal. Es war natürlich eine ganz neue Welt, ich habe kein Wort Hebräisch gesprochen, ich war noch nie allein irgendwo ohne Familie, und mein ganzes Leben war plötzlich vollkommen auf den Kopf gestellt. Ich bin aber zum Glück ein sehr anpassungsfähiger Mensch, und habe trotz der schweren Arbeit versucht, meine Lebensfreude nicht zu verlieren.

Via nave eravamo andati da Trieste ad Haifa. Poichè la Gestapo ci aveva sequestrato l' intero patrimonio, il viaggio era stato pagato da loro. Ognuno di noi aveva una Sterlina in tasca, non molto. Mio padre visse ad Haifa per alcuni mesi in una casa per immigrati, dove egli divideva la cucina non so con quante altre famiglie. Io andavo alla scuola agraria di Nahalal. Naturalmente era una cosa tutta nuova, non parlavo una parola di ebreo, non ero mai da solo senza famiglia e la mia vita era stata completamente ed improvvisamente stravolta. Per fortuna ero un tipo molto adattabile e, nonostante il duro lavoro, avevo comunque cercato di non perdere la gioia di vivere .